Il rettilario
ll Rettilario del Bioparco di Roma è una struttura realizzata dall’architetto Raffaele De Vico nel 1933 e inaugurata nel 1935, insieme alla Grande Voliera.
Nel 2004 l’edificio ha subito un restauro conservativo, trasformandosi in un’area al coperto di 4000 mq suddivisa in tre livelli.
Nel 2009 è stato invece realizzato un adeguamento funzionale.
Il Rettilario è un Centro di conservazione per rettili, anfibi e invertebrati, la cui missione è quella di sensibilizzare i visitatori nei confronti del problema del commercio illegale di fauna e flora.
Il 98% degli animali presenti nella struttura proviene da sequestri e confische da parte delle forze dell’ordine.
Il percorso educativo che si snoda all’interno del rettilario è stato realizzato grazie al contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La visita al rettilario
l percorso ha inizio con la proiezione di un video realizzato da Nat Geo Wild (canale 409 di SKY), una sequenza di primi piani spettacolari di coccodrilli, serpenti e anfibi e di immagini legate al commercio illegale degli animali per sensibilizzare il pubblico sul valore della Biodiversità.
La visita prosegue in un ambiente tropicale a cielo aperto, tra cascate e alberi, in cui si trovano iguane, uccelli di savana e varie specie di testuggini, tra cui quelle di Aldabra, le più grandi esistenti sul Pianeta. Attraverso un tunnel sotterraneo ci si immerge quindi in una foresta pluviale, in mezzo ad orchidee, bromelie e felci, dove si possono osservare: coccodrilli, testuggini di foresta, camaleonti, e uccelli variopinti.
Superata la foresta tropicale, è la volta del percorso circolare delle teche, dove si trovano diverse specie di rettili, e che prosegue nella sezione degli invertebrati e degli anfibi.
Nell’area degli invertebrati sono presenti, tra gli altri, le locuste del Madagascar, i grilli campestri; i millepiedi giganti, le lumache giganti dell’isola di Zanzibar; le blatte fischiantiprovenienti dall’Asia tropicale.
La sezione dedicata agli anfibi nasce per sensibilizzare il pubblico nei confronti l’estinzione di massa che si sta abbattendo su questo gruppo di animal. Sono ospitati, tra gli altri, l’axolotl, una grande “salamandra”,
messicana, le rane pomodoro, provenienti dal Madagascar molto rare. Inoltre sono presenti i dendrobatidi, coloratissime rane “freccia”, così chiamate perché usate in America tropicale dalle popolazioni indigene per avvelenare le punte delle lance. Le loro colorazioni – giallo e nero, blu elettrico, arancio – mettono in guardia i possibili predatori sulla loro pericolosità. Una curiosità: in allevamento queste rane perdono il loro veleno, infatti, in natura, il veleno viene trasmesso loro dagli insetti di cui si cibano, che a loro volta si sono nutriti di piante velenose; interrotta questa catena, le rane tornano ad essere innocue.